Sei anni – uno in meno di quelli proposti dal pm -, il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, alla parte civile, il pagamento di una provvisionale di 10mila euro in favore della stessa, oltre a quella di 11mila euro al Comune.
E’ la condanna decisa questo pomeriggio dal Tribunale (presidente Fallarino, a latere Rotili e il got Cubelli) per Emmanuele De Libero, dal 21 aprile del 2017 ex sindaco di San Lorenzo Maggiore, e Pellegrino Colangelo, capo dell’ufficio tecnico comunale, imputati di concussione per una tangente pretesa dall’imprenditore Umberto Conti per un lavoro di infrastrutturazione, in subappalto, nell’area Pip del centro telesino.
Entrambi erano finiti agli arresti domiciliari, il 9 febbraio del 2016, in un’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cerreto Sannita. Una misura alla quale erano rimasti sottoposti fino al 16 maggio del 2017.
Come si ricorderà, nella precedente udienza di luglio il pm Donatella Palumbo, che nelle prossime ore raggiungerà la Procura di Lecce, dove è stata trasferita, aveva chiesto la pena di 7 anni per De Libero e Colangelo, dicendosi convinta “senza alcun dubbio, della loro colpevolezza” , delle loro condotte ai danni di una ditta che all’epoca versava “in condizioni economiche di estrema difficoltà”. Il cui titolare di fatto sarebbe dunque stato “costretto a subire la richiesta di una somma di 70mila euro, dei quali 10mila versati nell’aprile del 2015 ed altri 1.000 l’8 luglio dello stesso anno”.
Era rimasto sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda anche l’avvocato Antonio Di Santo, legale della parte civile, che aveva insistito particolarmente sulla credibilità di Conti, tratteggiata in modo pesantemente negativo dalla difesa, ma “dimostrata dalle certificazioni del casellario giudiziario e dei carichi pendenti”. Lo aveva descritto come “un uomo coraggioso che ha avuto la forza” di denunciare per “far sì che questo modus operandi non trovi più attuazione in un paese civile”. Aveva aggiunto che “era un sostenitore del politico De Libero, impresa di riferimento della famiglia del sindaco per lavori privati nei terreni agricoli di proprietà”. Ed aveva concluso chiedendo al Tribunale l’affermazione della responsabilità penale degli imputati, condannandoli anche al risarcimento dei danni ed al pagamento di una provvisionale pari a 100mila euro.
Oggi è stata invece la volta degli avvocati Roberto Prozzo, Giuseppe Stellato e Giuseppe Cerulo, che nelle loro arringhe hanno provato a smontare la ricostruzione dell’accusa, sottolineando “tutte le contraddizioni emerse nel racconto di Conti”. Nel mirino le sue “affermazioni prive di riscontri, anzi smentite, che le indagini non hanno verificato”, e che sono servite alla definizione di una “vicenda costruita”. Attenzione puntata sulle date, sul numero degli incontri riferiti da Conti, su quei 10mila euro che avrebbe sborsato ad aprile 2015, di “cui non parla la prima volta che va dai carabinieri, e di cui non c’è traccia nelle registrazioni che fa”.
Non c’è stata mai “alcuna richiesta di denaro da parte di De Libero, anzi è Conti, nel maggio 2015, ad offrirsi per portare denaro a Napoli”, incrociando il no del sindaco. Quanto all’incontro dell’8 luglio nel capannone del suocero di De Libero, dove “le telecamere degli inquirenti” avevano fissato il passaggio di mano dei 1000 euro, i difensori hanno ribadito che si trattava della parziale restituzione di un prestito di 5mila euro ricevuto da Conti.
Di segno identico anche le argomentazioni spese per respingere ogni responsabilità a carico di Colangelo, che, secondo gli inquirenti, avrebbe promesso un lavoro a Guardia Sanframondi, dove era responsabile dell’ufficio tecnico, ad una ditta di Cassino che, estromessa a San Lorenzo, aveva presentato un ricorso che rischiava di far saltare la gara.
Al termine della discussione, il collegio giudicante si è ritirato in camera di consiglio. Erano le 17.20 quando ne è uscito per leggere il dispositivo: condanna.
Fonte: https://www.ottopagine.it/bn/cronaca/119465/racket-delle-viti-in-liberta-tre-dei-cinque-indagati.shtml