Allarme emulazione
La censura non può essere la panacea di tutti i mali
Con la pandemia di Covid-19 si è ulteriormente rafforzato il rapporto tra giovani e tecnologia, in particolare l’intrattenimento tecnologico costituito da grandi colossi come Netflix.
L’età media degli utenti si abbassa sempre di più e con essa aumentano i rischi correlati.
L’ULTIMA POLEMICA CINEMATOGRAFICA
Periodicamente si ripresenta il problema dell’emulazione di comportamenti distruttivi o autodistruttivi ispirati a film o serie tv del momento.
Oggi rischia di essere messa all’Indice “Squid Game”, serie coreana attualmente vietata ai minori di 14 anni.
Per chi non la conoscesse, è la storia di 456 giocatori che si scontrano in prove all’ultima goccia di sangue per un montepremi enorme che potrebbe svoltare le loro vite.
Se si perde però, si paga con la vita.
Si trova al centro delle polemiche poiché si stanno registrando casi di emulazione tra i più giovani, in Italia e all’estero.
Attualmente è stata aperta una petizione online volta a censurarla del tutto.
COSA RENDE QUESTE SERIE TV POTENZIALMENTE PERICOLOSE?
1. Il fatto che siano mimetiche, ossia rappresentazioni della realtà, e quindi possibilmente imitabili.
2. La “brandizzazione”, veri e propri “marchi”, con tanto di costumi, modi di dire, che le rendono uniche e riconoscibili.
L’OPINIONE PUBBLICA
Si spacca in due: sono portatrici di modelli negativi o stanno semplicemente acuendo una lacuna educativa già esistente?
Ognuno di noi filtra le informazioni che riceve e ciò che vede secondo una propria morale, bisognerebbe lavorare non tanto sull’industria cinematografica, limitando la libera espressione, ma sugli spettatori: fornire loro i giusti mezzi per approcciarsi alla visione di contenuti considerati inadatti o comunque “al limite”.
ESISTONO LEGGI AL RIGUARDO?
Con un decreto del Ministro Franceschini, ai sensi della “Legge Cinema” del 2016, a partire da aprile 2021 è completamente abolita la censura cinematografica.
Si può al massimo vietare la visione ai minorenni, o comunque stabilire dei limiti secondo fasce di età.
Un’ulteriore innovazione è che le fasce adatte vengano in primis proposte dalla casa cinematografica e poi validate da una Commissione apposita che può decidere di confermare o meno la proposta.
Fino a poco tempo fa invece vigeva la legge del 1962 sulla “Revisione dei film e dei lavori teatrali”: erano presenti due Commissioni, una che stabilisse i limiti di età ed un’ altra per eventuali ricorsi su opere che avevamo subito modifiche e tagli.
QUALI MEZZI PRATICI ABBIAMO PER CONTRASTARE IL PROBLEMA?
Ad oggi la tecnologia ci permette di limitare la visione di alcuni contenuti mediante il “parental control”.
Fondamentale è l’uso nelle fasce 0-6 anni, le più delicate, in cui il bambino assorbe le informazioni, ma non ha ancora i filtri giusti per poterle elaborare.
Tuttavia non possiamo negare che oggi non sia sufficiente da solo a limitare il problema.
Con i potentissimi mezzi di internet risulta impossibile tenere i nostri ragazzi avulsi dalla realtà.
Ma chi sono i grandi assenti in queste vicende ? I genitori.
Censurare è una soluzione che deresponsabilizza le famiglie e non eradica il problema all’origine: la completa assenza di dialogo genitori-figli.
Sostenere la necessità di censurare significa ignorare un potenziale educativo senza pari se pensiamo alla velocità con cui si diffondono i contenuti nell’era di internet.
Spiegare che la violenza, la corruzione, la crudeltà sono componenti tragiche che caratterizzano la vita reale e creare una morale solida sono gli unici veri scudi che potranno proteggerli dall’urto potentissimo con il mondo.
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